La Centrale Rischi Interbancaria

Da comare pettegola a grande alleata

Quale imprenditore non si è mai sentito nominare la Centrale Rischi dal suo gestore bancario?

Nessuno, assolutamente nessuno: sia che siano ditte individuali sia che siano società di persone o di capitali.

Chi prima e chi poi ma, chiunque abbia un’attività, ha dovuto inevitabilmente confrontarsi, ed a volte scontrarsi, con la Propria Centrale Rischi Interbancaria comunemente chiamata CR dagli operatori bancari.

Ma esattamente cos’è questa famigerata Centrale Rischi?

Molti lo hanno scoperto al momento della richiesta di un affidamento, altri dal proprio commercialista ma, come dicevano i saggi romani di un tempo, repetita iuvant quindi facciamo un breve ripasso di questo prezioso strumento.

La Centrale dei Rischi è gestita dalla Banca d’Italia ed è un archivio informatico alimentato dalle informazioni che gli operatori finanziari (banche, società ed intermediari abilitati) trasmettono mensilmente relativamente agli affidamenti concessi, alle garanzie ricevute o prestate ai propri clienti.

Questa segnalazione è obbligatoria dal momento in cui il totale dell’affidamento concesso è pari o superiore ad Eur 30.000,00.

I dati sono, ovviamente, riservati e gli intermediari del credito possono accedervi solo dietro consenso dell’interessato mentre il titolare della segnalazione può ricevere gratuitamente da Banca d’Italia ogni mese tramite PEC la propria esposizione creditizia.

Molti imprenditori la vedono come una lesa maestà della privacy della situazione finanziaria della propria azienda, una sorta di “lavare in piazza i panni sporchi” ma è realmente così?

La Centrale Rischi ha il solo scopo di essere una comare pettegola?

No, assolutamente no.

La Centrale dei Rischi è stata creata con l’obiettivo di migliorare il processo di valutazione del merito creditizio di una attività per rafforzare la stabilità del sistema finanziario.

Grazie ai dati contenuti nella CR gli operatori del settore finanziario possono conoscere la storia creditizia di un soggetto prediligendo la concessione di nuove linee a chi si è dimostrato maggiormente corretto nel passato.

Questo sistema fa sì che gli istituti di credito evitino di prestare denaro a chi non è in grado di restituirlo creando discrasie che vanno a discapito di tutto il sistema sia in termini di concessioni sia in termini di condizioni.

Quindi è utile solo alle banche e alle società finanziarie?

Come sopra: no, assolutamente no.

Nelle mani giuste l’analisi della CR di una azienda può fornire informazioni preziosissime per la gestione e la pianificazione dei flussi di cassa.

Ma chi, oltre agli operatori bancari, è in grado di leggere e capire una Centrale Rischi di Banca d’Italia?

Il Temporary Manager Finanziario.

Attraverso i dati riportati nella CR il Temporary CFO è in grado di verificare quanto l’apparato fidi dell’azienda sia aderente alle sue reali esigenze, può capire se l’orizzonte temporale delle linee di credito concesse è in linea con le necessità di utilizzo delle stesse.

Questa analisi permette al Temporary Manager Finanziario di modificare, se necessario, la struttura degli affidamenti concessi all’azienda creando un paio di scarpe fatte su misura per renderle il cammino finanziario comodo e confortevole.

Perché camminare con un paio di scarpe sbagliate ha inevitabilmente effetti negativi.

Se le nostre scarpe sono troppo larghe facilmente avremo una vescica sul tallone: con un apparato fidi sovradimensionato le aziende hanno sicuramente agio di manovra e non corrono rischi di liquidità ma ogni trimestre devono pagare commissioni di disponibilità fondi per castelletti che non utilizzano.

Se le nostre scarpe sono troppo strette rischiamo di farci diventare nera l’unghia del pollice a causa dello schiacciamento contro la punta della calzatura o addirittura di bucarla: con un apparato fidi sottodimensionato le aziende hanno meno oneri dovuti alle commissioni di disponibilità fondi ma rischiano degli sconfinamenti che, se ripetuti, portano ad un inevitabile peggioramento del rating con conseguente peggioramento delle condizioni bancarie.

Grazie alla sua competenza ed esperienza il Temporary Manager Finanziario, attraverso l’analisi della Centrale Rischi, è in grado di ottimizzare l’apparato fidi di una società evitando all’imprenditore oneri finanziari superflui e l’ottimizzazione della gestione dei flussi di cassa necessari all’ordinaria attività aziendale.

Ecco quindi che questo strumento creato dalle esigenze del sistema bancario, nelle mani di professionisti competenti, diviene un ottimo alleato dell’imprenditore per la gestione della parte finanziaria della propria attività.

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Autore: Elisa Lugli – Consulente Aziendale Senior

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